IL GALLO CEDRONE
Dove t'abbatti dopo il breve sparo
(la tua voce ribolle, rossonero
salmì di cielo e terra a lento fuoco)
anch'io riparo, brucio anch'io nel fosso.
Chiede aiuto il singulto. Era più dolce
cantare che divider questo magma,
più facile librarsi al vento che
incidere la crosta ov'è la fiamma.
Sento nel petto la tua piaga, sotto
un grumo d'ala; il mio pesante volo
tenta un muro e di noi solo rimane
qualche piuma sull'ilice brinata,
Zuffe di rostri, amori, nidi d'uova
marmorate, ecco il sole! Anche il germoglio
delle piante perenni come il bruco,
luccica al buio, Giove è sotterrato.
1949
EUGENIO MONTALE
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